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"Come diceva William Shakespeare: 'Le cose non sono un bene o un male di per sé ma è il pensiero che le rende tali'. L'idea che i nostri pensieri possano rendere le cose buone o cattive è una credenza comune in molte forme popolari di psicologia. È per questo che moltissimi approcci ti incoraggiano a ingaggiare battaglia contro quella voce nella tua testa. Ti dicono di mettere in discussione quei pensieri 'negativi' e di sostituirli con pensieri 'positivi', ed è senz'altro una proposta allettante! Il problema, però, è che se iniziamo una guerra contro i nostri pensieri, non la vinceremo mai. Perché? Perché c'è un'infinità di pensieri cosiddetti 'negativi' e nessun essere umano è mai riuscito a trovare un modo per eliminarli. Perciò, se il nostro unico modo di gestire queste storie 'negative' è combatterle, soffriremo inutilmente. Tuttavia, c'è un approccio alternativo che generalmente è molto più utile. Possiamo imparare a separarci dai nostri pensieri, a "distaccarci" da essi, a non dar loro retta. [...] Anziché vederci come 'scolpiti nella pietra', possiamo riconoscere che abbiamo un'infinita capacità di apprendere, crescere, agire e pensare in modo diverso. Tutto quello che dobbiamo fare è sintonizzarci con il nostro cuore e chiederci: 'Qual è un piccolissimo cambiamento che potrei fare? Qual è un piccolissimo cambiamento in quello che dico o faccio o in come penso che potrebbe avvicinarmi all'essere la persona che voglio essere?'"